Il 22 aprile è il giorno che le Nazioni Unite hanno scelto per celebrare la Giornata Internazionale della Terra. Perché proprio il 22 aprile? Si tratta di un anniversario: il 22 aprile del 1970 (mentre il padre di Greta Thunberg era solo un neonato) si svolse negli Stati Uniti la prima grande marcia ambientalista della storia. La nascita del cosiddetto movimento ambientalista, però, era precedente di qualche anno: nel 1962, una scienziata, una donna, la biologa statunitense Rachel Carson aveva scritto un libro che segnò un vero e proprio risveglio ecologico, seppure inizialmente sentito solo da una minoranza. Il saggio di Carson, considerato un vero e proprio manifesto del nascente movimento ecologista, era intitolato “Primavera silenziosa”. Un titolo evocativo e stranamente poetico, per un saggio scientifico! Rachel Carson aveva letto Yeats, tra i più celebrati poeti in lingua inglese. Un verso le era rimasto scolpito nel cuore: quello in cui lo scrittore, per rendere l’idea della disperazione, evocava il mutismo sinistro della natura. “E neanche un uccello cantava”. Partendo da questa immagine, la biologa Carson scrisse il suo saggio. Tra dati e argomenti scientifici, aleggiava una domanda: che succederebbe se, trascurando i segnali che ci arrivano dalla Madre Terra, lasciassimo davvero deperire l’intero ecosistema che ci nutre? Riuscite a immaginare la tristezza disperante di una “primavera silenziosa”, una primavera senza fiori, senza suoni, senza vita?
È inutile spiegare perché mi piaccia la storia di Rachel Carson. La sua energia femminile riuscì a tenere insieme il rigore del suo essere donna di scienza con il linguaggio irrazionale e potente della poesia: e fu forse per questo che riuscì a coinvolgere tante persone. C’era, nella scelta di quel titolo, l’idea che il pianeta si salva anche rimanendo legati alla Bellezza. Coltivando la capacità di riconoscerla, di custodirla e di produrne di nuova. E mentre lavoriamo attivamente e razionalmente informandoci, compiendo scelte etiche e riducendo la nostra impronta carbonica, possiamo fare anche questo: seminare Bellezza.
È un concetto che mi sta proprio tanto caro! Come forse già sapete, Seminiamo Bellezza è il nome di un progetto che porto avanti da un paio d’anni: comprende un podcast e una serie di iniziative, ma è soprattutto la proposta di un approccio, di uno sguardo da tenere sul mondo. Il prossimo evento in programma per “Seminiamo Bellezza” sarà il 14 maggio: si svolgerà a Milano, al parco Formentano, e sarà dedicato proprio alla Madre Terra.
Nei miei riferimenti formativi – probabilmente sapete già anche questo – non mancano collegamenti con le pratiche sciamaniche: la Terra come elemento, con la sua energia femminile, accogliente e insieme trasformativa, con il suo carattere riequilibratore e con la sua offerta di radicamento, è un pilastro essenziale per ogni percorso che vogliamo intraprendere. La Terra come pianeta, culla e casa del genere umano, luogo dove ci è dato di incarnarci, contesto della nostra esperienza fisica, è molto più di una cornice: è un co-agente della nostra stessa vita.
È nostro compito cercare l’armonia con la Terra e con le altre creature che ospita; è nostro compito occuparci della relazione con la madre Terra, ricordando che intanto Lei – nella sua grandezza – continua nella sua grandezza a occuparsi di noi, a nutrirci e a dar frutto. E allora diventa chiaro che il nostro compito è fiorire: produrre piccoli gesti buoni, favorire momenti di condivisione, andare incontro agli altri. Seminare Bellezza. Perché non ci sia mai una primavera silenziosa.