Buona Pasqua. Per i cristiani, la Pasqua celebra la risurrezione di Cristo: un fatto centrale per la fede, evento di salvezza e tutt’altro che semplice metafora. Eppure, è innegabile che la Pasqua assuma su di sé anche un simbolismo più generale, preesistente e diffuso in quasi tutte le culture in questo emisfero. La data stessa della Pasqua, calcolata ogni anno nella prima domenica dopo la prima luna piena che segue l’equinozio di primavera, reca le tracce di un legame indissolubile con il risveglio della natura.
Pesah, la Pasqua ebraica che lo stesso Gesù celebrava, festeggia invece il “passaggio” del popolo ebraico dalla schiavitù alla libertà, una vera rinascita concreta e spirituale. Non a caso, cade in questo periodo dell’anno.
Ma ci sono feste con riferimenti al risveglio in quasi tutte le civiltà intorno a noi. Che dire del mito greco di Persefone? Sposa di Ade e quindi regina del regno dei morti, ogni anno tornava a far visita alla madre Demetra, dea della natura e dei raccolti: al suo arrivo rifioriva la Terra.
Risale invece alla civiltà egizia la festa di Sham el Nessim, che significa letteralmente “annusare il vento”: la festa viene celebrata ancora oggi e rimanda direttamente “all’aria che è cambiata”, alla brezza primaverile, al vento della trasformazione.
Stesso significato per la festa di Ostara, divinità nordica legata alla fertilità e alla fioritura: dal suo nome, del resto, deriva la parola anglo-sassone Easter, che designa per l’appunto la Pasqua. Come al solito il cerchio si compie.
Sono dunque infiniti gli influssi culturali e i retaggi, anche inconsci, che in questo periodo ci richiamano all’urgenza di ricontattare il nostro potenziale di rinnovamento! Il simbolo per eccellenza della Pasqua, l’uovo, non è in fondo esattamente questo, cioè la forma che racchiude il potenziale della Vita?
Possiamo dire che partire dalle potenzialità è uno dei principi sui quali si basa la mia professione. Significa che, per affrontare i problemi e le difficoltà, puntiamo insieme lo sguardo verso ciò che c’è e non verso ciò che manca, verso quelle risorse interiori che, se allenate sulla base dell’amore per la vita, permettono di affrontare e modificare concretamente anche ciò che non funziona. Come in una vera rifioritura.
Ma c’è un altro regalo, molto importante, che ci arriva da tutte le celebrazioni primaverili, a cominciare dalla Pasqua: è il richiamo alla gioia e allo stupore. C’è gioia grande nel mistero della Vita che non muore, ma c’è gioia anche nei piccoli deliziosi fatti della primavera: le giornate che si allungano, la tartaruga che fa capolino nel prato o i ciliegi che un giorno, improvvisamente, esplodono di fiori. Ebbene, tutte queste cose sono un’opportunità per allenare la meraviglia e la gratitudine, due risorse interiori potentissime.
Pochi giorni fa, durante una sessione con un’adolescente, mi sono trovata a chiederle di guardare fuori dalla finestra: un gesto semplice eppure potente, perché quella ragazzina – come tutti noi quando siamo in crisi – era talmente presa dal suo stato d’animo da “non essersi accorta” della primavera intorno a lei. La Natura maestra, in questa stagione, ci offre una bellezza benefica a cui il nostro cuore può accordarsi. Ma, se non è possibile, se dentro di noi è inverno, fa qualcosa di ancora più importante: ci ricorda che c’è un tempo per ogni cosa; che i periodi brulli e grigi, in cui tutto sembra morto, sono periodi di preparazione, dopo i quali la vita tornerà a sbocciare. Davvero.
Buona Pasqua!